In un futuro non molto lontano, che il surriscaldamento globale renderebbe plausibile, la terra è stata quasi interamente sommersa dal mare, la popolazione e le risorse sono decimate ma la Gran Bretagna, chissà come, è rimasta a galla. La sua intera costa è circondata da un muro che impedisce agli Altri, i poveracci che sopravvivono in mare, di entrare nella terraferma. A guardia del muro ci sono i Difensori, ragazzi con l’obbligo di leva che per due anni devono prestare servizio militare a difesa del proprio paese. Uno di questi è il protagonista della storia, un tipo schivo e sveglio che affronterà eventi inaspettati cercando di vivere al meglio in un mondo che fa acqua da tutte le parti.
Il romanzo, al di là di qualche piccolo passaggio noioso e trascurabile, è particolare non solo perché il genere distopico mi ha sempre appassionato (1984, Il mondo nuovo e Fahrenheit 451 restano tra i miei libri preferiti) ma perché le tre parti in cui è suddiviso (il muro, gli Altri, il mare) toccano a turno, come fossero un avvertimento, alcuni dei temi caldi della nostra società: il cambiamento climatico, l’immigrazione, la difesa dei confini, la paura e il pregiudizio verso chi è diverso, la disuguaglianza sociale, il diventare genitori. Forse anche la Brexit. Non so se tutto questo fosse nelle intenzioni dell’autore, come non so se Il Deserto dei Tartari di Dino Buzzati o il film Waterworld di Kevin Costner lo abbiano ispirato, fatto sta che la storia è originale e, per quanto prevedibile, anche abbastanza coinvolgente. Un buon libro insomma. Da leggere naturalmente al mare.
John Lanchester – Il muro
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