Uno, nessuno e ventitré

L’uomo scatola

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Un uomo decide di abbandonare i suoi averi e la sua identità per vivere all’interno di una scatola che copre quasi interamente il suo corpo. Non lo fa per una forma di protesta o per arte. Soltanto per diventare invisibile, per annullarsi e non sottostare allo sguardo degli altri, mentre lui al contempo osserva il mondo circostante da una fessura all’altezza degli occhi. Sostenuta da un gancio sulla schiena, la scatola contiene piccoli oggetti essenziali, per un minimo di pulizia, per mangiare e anche per scrivere. L’uomo scatola infatti tiene un diario delle sue giornate vagabondando per Tokyo e il romanzo è rappresentato sostanzialmente dai suoi pensieri, che disorientano sia lui sia il lettore. Gli avvenimenti, a metà tra realtà e immaginazione, non sono mai del tutto lucidi e non permettono di comprendere la storia fino in fondo. Dentro la scatola l’uomo trova la sua dimensione, fuori invece la mette in dubbio, in particolare quando si confronta con personaggi enigmatici che, in un gioco di ruoli e finzioni, influenzano la sua stessa percezione di esistere. Libro spiazzante, che da un lato si dimostra interessante per l’originalità e per i temi trattati (vuoto interiore, solitudine, alienazione, rifiuto della realtà, paura e bisogno di essere o non essere visti), dall’altro purtroppo si chiude esso stesso in una scatola e non la apre ad interpretazioni chiare ed univoche. Di fatto, non ci ho capito granché. Ho avuto la stessa sensazione di quando si riceve un regalo impacchettato con tutti i crismi e si sta lì, per un tempo indefinito, con un pizzico di emozione, a cercare di scartarlo, senza riuscirci. Questa sensazione dura per tutta la lettura. Ecco, il romanzo non dice chiaramente cosa ha dentro, resta una bella scatola che lascia ignari sull’esistenza del contenuto.

Kōbō Abe – L’uomo scatola

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Commenti

14 risposte a “L’uomo scatola”

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    Anonimo

    sembra interessante, una storia un po’ diversa. Me lo segno, magari riesco a leggerlo

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    1. Avatar Topper Harley

      E poi magari me lo spieghi 😅

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  2. Avatar
    Anonimo

    Lory

    Un libro che ho acquistato da poco pertanto ti ho letto con un occhio solo anche se attraverso il buco nella scatola ho intravisto il tuo sguardo perplesso, ahahaha….

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    1. Avatar Topper Harley

      Veramente? Che coincidenza!

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  3. Avatar
    Anonimo

    Lory

    Sì, avevo sentito il titolo in un podcast, me lo ero appuntato, l’ho trovato in libreria e acquistato. Davvero una coincidenza leggere che lo hai letto a così poco tempo dal mio acquisto 🙂

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    1. Avatar Topper Harley

      Ma infatti e mi fa piacere. Anche perché, come sai, seguo molto il passaparola e annoto sempre i libri che mi potrebbero interessare. Questo però è uno di quelli di cui ignoro la provenienza…

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  4. Avatar
    Anonimo

    Lory

    Ma ho anche acquisto il libro che ho visto leggerai. Ce l’ho da qualche mese, ancora non l’ho letto, anche quello recensito nei podcast che seguo ogni tanto per avere idee. Credo sia molto bello, non compro vestiti ma spenderei tanto per i libri ….

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    1. Avatar Topper Harley

      Quale libro? La mia lista inizia ad essere davvero importante, sta per superare il punto di non ritorno, inteso come il momento in cui non avrò abbastanza tempo da vivere per leggerli tutti! Senza considerare quelli che ancora devono essere scritti…

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      1. Avatar
        Anonimo

        Lory

        Inventario di quel che resta quando la foresta brucia, vedo lo hai in ballo, deve essere bello questo!

        Ah, come ti capisco…

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        1. Avatar Topper Harley

          Lo sto per finire…

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          1. Avatar
            Anonimo

            Lory

            Se può interessarti, ho letto una graphic novel che mi è piaciuta molto: ‘Gatti neri Cani bianchi di Vanna Vinci. Questa non me l’ha consigliata nessuno, l’ho trovata tra gli scaffali della biblioteca.

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  5. Avatar diamanta

    Credo che per noi occidentali sia difficile comprendere appieno questo libro.
    Appena ho iniziato a leggere la tua recensione ho subito paragonato “l’uomo scatola” agli hikikomori.
    Fanno, più o meno, la stessa cosa. Uno si chiude nella scatola e osserva il mondo da lì, l’altro si chiude in una stanza e osserva il mondo dalla finestra e dal pc.

    La cultura giapponese, che io amo come ben sai, Ha però aspetti che “costringono” gli uomini in regole spesso non adatte alla loro personalità.
    E come tu hai scritto sul mio post il desiderio di fuggire in Antartide (dove mi associo), il protagonista fugge in una scatola di cartone.

    (altri libro in lista… mannaggia a te :* )

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    1. Avatar Topper Harley

      Conosco gli hikikomori e il paragone ci sta. Ma qui non parlo del fenomeno in sé, mi riferisco proprio alla scrittura e all’impostazione scelta dall’autore che, immagino volutamente, è di difficile comprensione.

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