
Il primo romanzo di Lansdale, pubblicato nel 1981, è un thriller, poliziesco, pulp, ma anche giallo, splatter e slasher con una punta di horror che, in un miscuglio di generi così leggeri, non ho capito perché si intitoli Atto d’amore. L’autore si dimostra ancora acerbo nello stile, lontano da quello che sarebbe diventato uno dei miei scrittori preferiti, eppure crea un tipo di narrazione che anticipa molte opere di successo arrivate negli anni seguenti. Non che sia un capolavoro né un testo di riferimento, però è difficile trovare romanzi più datati di questo che abbiano la stessa struttura e la stessa efferatezza. Oggi infatti un libro così non sorprende. Ed è il motivo per cui, purtroppo, la lettura non mi ha acchiappato come mi sarei aspettato, vuoi perché i serial thriller li mastico a colazione, vuoi perché conosco ormai i picchi di talento e creatività di Lansdale, capaci di entusiasmarmi ad ogni pagina, che qui devono ancora maturare. Alla fine si tratta “solo” di un buon romanzo, che avrei voluto iniziare quando mi sono appassionato al genere, qualunque esso sia. Ritmo vivace, bei personaggi, tensione costante. Difficile individuare l’assassino prima degli ultimi capitoli, merito di qualche espediente, per non dire leggerezza o proprio paraculata, che la trama si concede. C’è pure qualche buco. Ma ai tempi Lansdale era poco più che un pischello, si è già fatto abbondantemente perdonare con le opere successive.
Joe R. Lansdale – Atto d’amore




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