
Il giorno sbagliato poteva essere il titolo di un articolo interessante, un articolo che mi sarebbe piaciuto scrivere, chissà quanti significati avrei potuto dargli. Invece è il titolo di un film brutto ma non terribile, con un Russell Crowe in splendida forma per un incontro di sumo e una sceneggiatura che un lottatore di sumo avrebbe scritto meglio. Cicciobombo Russell interpreta uno psicopatico deluso dalla società e incazzato come una biscia che, poco dopo aver massacrato l’ex moglie e il suo nuovo compagno, inizia a perseguitare una donna, un po’ mamma, un po’ rinco, colpevole di aver suonato il clacson mentre lui era fermo al semaforo e non avergli chiesto scusa dopo il piccolo alterco che ne è scaturito. L’uomo, già di suo non proprio equilibrato, impazzisce. La furia omicida si abbatte sul migliore amico e la famiglia di lei e sugli automobilisti di turno. Tra inseguimenti, pedinamenti e incidenti, i poliziotti naturalmente arrivano sempre un attimo dopo e questo perché il cattivo non è di colore, altrimenti sarebbe stato trucidato dopo la scena iniziale e nessuno avrebbe visto il film. Manco a dirlo, in tutte le scene i vicini di casa e le persone per strada non intervengono nemmeno per chiamare aiuto, non ci sono mai passanti e, se ci sono, non vedono e non sentono nulla. Senza parlare della donna-mamma-rinco che, nel corso della giornata, invece di rifugiarsi in qualsiasi posto, prima dialoga al telefono con il pazzo, poi lo affronta tendendogli una trappola in cui casca solo lei, infine lo uccide con un paio di forbicine senza dimenticare la battuta finale (“ecco le tue scuse!”). Pochi secondi dopo, puntuale come Trenitalia, si sentono le sirene della polizia che, sbrigate le pratiche, la lascia libera di andare: sanguinante e moribonda si rimette in macchina e subito un altro automobilista le taglia la strada. Lei però ha imparato la lezione e si blocca un attimo prima di suonare il clacson per protestare. Il giorno sbagliato, oltre che a lei, è capitato a me ma per fortuna è durato solo un’oretta e mezza.
Se vuoi…