
Anche Al Pacino si è cimentato in una serie TV e questo è stato l’unico motivo per cui ho guardato Hunters, un misto tra quel mezzo capolavoro che è Bastardi senza gloria e quella mezza schifezza che è L’uomo nell’alto castello. Il risultato infatti è contrastante ma non saprei bene perché, qualcosina ne ha impedito il passaggio alla memorabilità. Ambientata negli anni ’70, la storia racconta di un gruppo di ebrei che va a caccia di nazisti nascosti “lungo tutto il globo terracqueo” (cit.) e integrati nella società con nuove identità. Tra questi c’è perfino Adolf Hitler, fuggiasco alla Messina Denaro, vecchio e ancora potente, con tanto di pizzini e Viagra, che tesse la tela per creare un quarto Reich. I cacciatori agiscono senza pietà ma a volte mostrano un lato più umano che non li rende infallibili, soprattutto per le ferite aperte che ognuno si porta dietro. Le due stagioni sono praticamente indipendenti. La prima poteva concludersi con il suo gran colpo di scena finale ma Prime Video ha trovato un escamotage per realizzare la seconda, che è più intricata della precedente eppure ugualmente curiosa e violenta. E ugualmente lenta. Non credo ce ne sarà una terza e tra le righe ho rivelato il perché, mettiamoci una X sopra.
Se vuoi…