
Christoph Waltz mi aveva già convinto ad iniziare la serie a prescindere dal genere, dalla durata e dal sonno. Dal poco che sapevo, avevo immaginato una trama basata sulle dinamiche interne ad un ufficio, con la competizione tra colleghi, i soprusi del boss, le relazioni clandestine, le pressioni psicologiche, argomenti pure trattati e, col senno di poi, sicuramente alla base della storia. I primi tre minuti invece hanno ribaltato totalmente le mie supposizioni, altro che ufficio e colletti bianchi. Avviene subito un colpo di scena e da lì non si riesce più a staccare, soprattutto quando poi compare l’enigmatica figura del consulente i cui comportamenti, così come i fatti che si susseguono, ricordano molto “L’avvocato del diavolo“. L’interpretazione di Waltz non ha nulla da invidiare a quella di Al Pacino e solo questo sarebbe un ottimo motivo per spararsi le otto puntate in una notte (anche perché durano poco), ma la vera dipendenza viene alimentata dalla curiosità di capire chi sia davvero il consulente: un uomo con strane capacità, il diavolo, una macchina, un’intelligenza artificiale, il prodotto di una società segreta o della società capitalista, chissà. Fatto sta che Prime Video finalmente sta alzando l’asticella, la serie è proprio diabolica e, nonostante qualche domanda in sospeso, stavolta riesce nell’intento di non dare importanza alle risposte. Almeno per ora.
Se vuoi…