Una serie strepitosa che, nonostante sia un ammiratore di Luigi Lo Cascio, avrei stranamente ignorato se non mi fosse stata suggerita da una persona che conosce i miei gusti meglio di me. Avevo visto il trailer di Prime Video ma, con una buona dose di ‘sti cazzi e pregiudizi, ho pensato si trattasse di una specie di fiction all’italiana, approssimativa e scontata, con personaggi stereotipati, il politically correct di fondo e altre classiche minchiatelle del genere. Invece, oh, mi sono dovuto ricredere subito. Sembra un prodotto americano per come è stato concepito e sviluppato: bravi attori, scrittura impeccabile, ottima colonna sonora (con i camei di Colapesce e Dimartino), scorci della mia Sicilia. La sceneggiatura non ha punti deboli, ci sono riferimenti a Breaking Bad, diverse citazioni e altrettante idee originali, oltre ad una sottile ironia ed una comicità grottesca anche nelle scene più violente. Si parla di mafia, si parla di stato e potere, si parla di magistrati abbandonati dalle istituzioni, si parla in dialetto stretto con i sottotitoli ma non si parla mai a sproposito, non si ha mai l’impressione di guardare una serie di denuncia sociale, che pure è presente. E’ una formidabile serie americana, ma italiana. Che non finisce qui.

The bad guy
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