In auto, facciamo un giro lungo il lago per una prima occhiata a Bled, visto che ieri era buio. Parcheggiamo e facciamo colazione nella zona residenziale, saliamo su una barca per andare verso l’isola. Sono barche a remi, a motore credo siano vietate. Complimenti ai barcaioli, ci vuole una certa abilità a trasportare fino a venti persone per un tratto così lungo (il giro dura un’ora e mezza, di cui 45 minuti sull’isola). Molto belle le foto che scattiamo dall’acqua lungo il tragitto. Perché Bled è un luogo meraviglioso. Dà un senso di pace. Sull’isola ci sono la chiesa col il famoso campanile, un negozio, un ristorante e poco altro, il tempo vola. Tornati, procediamo a piedi verso il castello che sembra parecchio in alto (e lo è) ma si raggiunge in meno di 20 minuti. Certo, in salita. Sembra interessante: terrazze con vista sul lago e botteghe che sorgono dove un tempo vi erano quelle originali del castello (la cantina, la stamperia, la fucina). Compro una tavola che cercavo da quando sono arrivato. Sono riproduzioni di quelle, decorate a mano, che nell’800 formavano le arnie delle api. Le rappresentazioni sono sempre curiose, non hanno un tema particolare, se ne trovano di tipo religioso, relative ai mestieri, ai lavori di casa o sui campi e raffigurano scene pungenti: sulla mia ci sono due diavoli che con una grossa ruota di pietra affilano “la lingua della pettegola”.
Torniamo al centro abitato e visitiamo i mercatini, in realtà pochi stand dove soprattutto si mangia e infatti mangiamo. Arriviamo in camera che è tardo pomeriggio. Ci rilassiamo con birra e patatine prese al Lidl a Lubiana e verso le 22.00 usciamo per aspettare l’anno nuovo. La zona dei mercatini è piena di gente, su un palco piccolo e ben allestito si esibisce una cover band dei Beatles (gli Help!, devo dire davvero bravi). Le persone piano piano si spostano verso la riva per i fuochi d’artificio ma, allo scoccare della mezzanotte, non succede granché a parte il chiasso. I fuochi iniziano poco dopo, piuttosto semplici. Sull’acqua fanno bruciare una grande catasta di legno che brucia, chissà se rappresenta qualcosa. I brindisi nel complesso sono quasi silenziosi, sono comunque contentissimo di stare lì. Con la compagn(i)a giusta. Ci scoliamo una bottiglia di prosecco ascoltando i Beatles. Freddo cane. Prima dell’una siamo in camera ed è il 2020.
Le tappe:
27.12.2019 – Due calici di rosso
28.12.2019 – Una fine di merda
29.12.2019 – Non si capisce un tubo
30.12.2019 – Non manca nulla
31.12.2019 – Un senso di pace
01.01.2020 – Una terra di mezzo
Se vuoi…