
Ambientato in una piscina coperta, ho sentito questo graphic novel chiamarmi, dato il mio stretto rapporto con il nuoto, l’acqua e le sensazioni che si provano in quel mondo ovattato, dai contorni indefiniti e le forme alterate. La vicenda è incentrata sul rapporto tra due giovani che non si conoscono ma si squadrano a distanza, limitandosi a sguardi fugaci in un gioco silenzioso fatto di bracciate, subacquee e respiri. Lui è un ragazzo timido, che si cimenta per la prima volta nel nuoto per correggere una lieve scoliosi. Lei è una nuotatrice provetta, aperta, padrona dell’elemento. Ogni settimana si ritrovano, la confidenza cresce e li avvicina. Si crea una chimica, amplificata dal gusto del cloro. Nell’opera i dialoghi sono quasi assenti, la narrazione è affidata alle immagini, ai corpi che si muovono nell’acqua, alle istantanee che si colgono durante l’attività e l’inattività. Aspetti che rappresentano pienamente il contesto di una piscina, ben rappresentato peraltro dai disegni morbidi, non delineati e dai toni monocromatici dei colori tra il verde e l’azzurro. Quando sembra che la relazione tra i due possa evolvere all’esterno, una svolta improvvisa cambia le aspettative. Un po’ come a dire che fuori è un’altra realtà. Lo sa bene chi nuota ogni giorno con costanza e passione. Lo scoprirà il ragazzo, tra il silenzio dell’acqua e il sapore del cloro, quando si perde la chimica e resta solo l’amaro in bocca.
Bastien Vivés – Il gusto del cloro





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