Qualche pensiero sparso, buttato di getto sulla serata di ieri. Non è stata una partita di calcio, è stato un evento che non potevo perdermi, nonostante abbia rischiato di non trovare i biglietti, esauriti in ogni ordine di posto in poche ore. Non vado allo stadio da secoli, pur seguendo abbastanza il calcio. Perché ormai il tifo, in curva soprattutto, va a braccetto con la violenza, anche verbale, con l’ignoranza, gli interessi e perfino la criminalità. Preferisco di gran lunga seguire le partite in TV. Ieri, tuttavia, è stata semplicemente una giornata di festa. Solo per caso mi sono trovato in città, un posto che non è più mio da molti anni e che però ho ritrovato e ritrovo spesso con gioia. E solo per caso sono riuscito a sedermi, tra l’altro nel settore ospiti, essendo io ormai un emigrato.
Vedere una squadra del calibro del Manchester City a Palermo è una rarità assoluta, una cosa che non capiterà più: da un lato, una modesta formazione di serie B che, seppur quest’anno abbia grandi ambizioni, ad oggi è comunque una piccola realtà; dall’altro, una delle sei o sette squadre più forti del mondo. In comune però hanno la proprietà, la ricchissima City Football Group dello sceicco Mansūr bin Zāyed Āl Nahyān, uno che volendo potrebbe comprarsi non solo il “Palermo Calcio” ma tutta la Palermo città. È stata proprio la società ad organizzare l’amichevole, inventandosi una competizione, l’Anglo-Palermitan Trophy, per dare più peso e fascino alla gara. Partita che non ha avuto storia (3-0 per il City) e che tuttavia ha dimostrato quanto i palermitani, anche quelli che non si intendono di calcio e di sport in generale, amino i colori rosanero e la propria città.
Mi sono divertito. Probabilmente tornerò allo stadio solo per un’improbabile, quanto impossibile, finale di Champions, ma mai dire mai. Come dicevo, non ero lì per la partita, ero lì per lo spettacolo e quello non è mancato. Al di là dei campioni in campo, oltre che degli allenatori, le star Pippo Inzaghi e Pep Guardiola, mi sono lasciato conquistare da uno scenario importante, dal tramonto sul Barbera, dai giochi di luce, dalle famiglie con bambini di ogni età, dagli anziani e pure dalla fauna locale, forse l’aspetto più caratteristico. Ho ammirato i cori e le scenografie, specialmente quelle della curva nord che ha mostrato una gigantografia di Liam e Noel Gallagher, ovvero gli Oasis, tifosi del City, con addosso due maglie storiche del Palermo. Ho apprezzato anche l’intrattenimento e la musica, tranne che quella di tale Rose Villain, ospite a me sconosciuta, esibitasi in un paio (forse tre, forse quattro) di canzoni prima del match. Mi dicono che sia di Milano ed interista, in pratica non c’entrava niente. Ma vabbè.
Faceva caldo.



























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