
Nel suo studio il signor Hirasaka accoglie da sempre clienti di vario tipo, che si presentano da soli all’ingresso e non sanno come ci siano arrivati. Non è che siano stupidi o smemorati, è che sono morti. Lo studio infatti è una sorta di limbo che precede l’aldilà, dove la vita degli ospiti viene passata in rassegna prima del grande salto. Con la calma di un monaco buddista, Hirasaka prende per mano il visitatore, gli offre il tè, lo tranquillizza e gli racconta l’amara verità. Poi gli mostra una scatola piena di foto, una per ogni anno trascorso in terra: l’ospite può scegliere il suo ricordo più prezioso e riviverlo, come fosse un fantasma, fotografandolo nuovamente. Così Hirasaka si ritrova ad accompagnare nel loro passato un’ex maestra novantenne che vuole ritrovare la sua giovinezza e i suoi primi allievi, un membro della yakuza che in qualche modo cerca redenzione e una ragazzina che vuole rivedere la madre. Nel frattempo, Hirasaka stesso si interroga sui ricordi che non ha e su quale sia adesso il suo scopo, dove “adesso” equivale all’eternità. Su questo aspetto il romanzo non dà troppe spiegazioni, l’uomo sembra accettare il proprio destino da Caronte senza ammazzarsi di ansia e fatica, anche perché è già morto. Le storie dei tre personaggi dovrebbero far riflettere sul senso della vita e della morte, sul peso dei rimpianti e dei ricordi ma a me hanno trasmesso solo un senso di impotenza, ‘sta cosa del limbo non mi ha mai convinto, per me o si è vivi o si è morti. La scrittura è delicata, direi. E la lettura leggera. Manca però, anche nello stile, quel pizzico di vivacità – è proprio il caso di dire – capace di dare enfasi alle vicende dei protagonisti, lasciandole un po’ troppo piatte, senza gli acuti che una trama così originale meriterebbe. Mi piace pensare che Hirasaka, avendo un sacco di tempo, possa un giorno aprire un izakaya, uno di quei locali tipici giapponesi, dove mettere a disposizione birra e sakè anziché fotografie e far rivivere ad ogni visitatore la sua sbronza più colossale. Quello sì che sarebbe un bel modo di andarsene nell’aldilà.
Sanaka Hiiragi – Il magico studio fotografico di Hirasaka




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