
The stand, che poi è L’ombra dello scorpione, un classicone di Stephen King datato 1978, è l’ultimo adattamento TV del romanzo, dopo il precedente discreto degli anni ’90. Una serie di nove puntate che parte col botto e finisce come tutti i libri del re dell’horror, in caciara. La storia, per chi non lo sapesse, si sviluppa attorno ai pochi superstiti di una terribile pandemia, causata da un incidente in un laboratorio militare, che ha decimato la popolazione mondiale. I “fortunati” dovranno arrangiarsi per campare e soprattutto dovranno decidere da che parte stare, tra bene e male. Una vecchia non vedente che però vede tutto e una sorta di demonio belloccio con poteri soprannaturali (tale Randall Flagg, personaggio che King ripropone in diversi suoi romanzi, tra cui La torre nera) rappresentano i due estremi dell’eterna lotta. La trama più che altro è incentrata sulle vicende dei protagonisti, sulle loro scelte e le loro azioni: chi buono è e buono rimane, chi cambia bandiera, chi si pente, chi vive, chi muore. E, dopo la curiosità dei primi episodi, pure io stavo un po’ morendo, di noia. Motivo per cui sono passato al lato oscuro, sperando almeno di divertirmi fino alla fine con le false promesse del maligno. Invece no, il diavolo ha fregato anche me, si è fatto sconfiggere, il bene ha trionfato e… tutti sopravvissero felici e contenti in un mondo devastato e senza serie TV.




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