
Un cast formidabile, una trama avvincente e lo zampino inconfondibile di Guy Ritchie, che l’ha prodotta, rendono Mobland la serie più intrippante del momento. Ambientata a Londra, racconta le vicende di una potente famiglia criminale capitanata da Pierce Brosnan e Helen Mirren, marito e moglie matti e spietati come poche volte li abbiamo visti. O forse mai. Tom Hardy è il tuttofare impeccabile che risolve i problemi e, tra figli, nipoti e scagnozzi, intrighi e traditori, di problemi ce ne saranno, soprattutto quando si scatena una guerra senza esclusione di colpi, spari e bombe, con un’altra famiglia altrettanto pericolosa. Ogni scena è un continuo chiedersi cosa succederà, il ritmo è vivace, i momenti di pausa per andare al bagno sono pochi, o muore qualcuno o si pensa di ammazzarlo ma la violenza, in pieno stile Guy Ritchie, viene sempre smorzata da quel pizzico di comicità che gli consente di prendersi qualsiasi licenza. Ho visto le dieci puntate in un paio di giorni e ne volevo ancora. Arriveranno, perché il finale non è un finale all’altezza del casino che la famiglia ha messo in piedi e, quindi, una seconda stagione è molto probabile. Distribuita da Paramount+, vanta anche una colonna sonora azzeccatissima, dove britpop e post-punk la fanno da padrone: la sigla tra l’altro è targata Fontaines D.C., che ho visto in concerto casualmente nello stesso periodo. L’unica pecca è forse la conclusione frettolosa che da un lato risolve troppo facilmente molte questioni e dall’altro ne apre di più complesse. Non può quindi finire così. Che si sbrighino a dargli un seguito. Nel frattempo vado al bagno.




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