
È la storia controversa di Billy Milligan, un ragazzo affetto da personalità multipla, il cui caso negli anni ’70 sollevò un polverone mediatico negli Stati Uniti perché, per la prima volta, un individuo venne assolto per i reati commessi a causa dell’infermità mentale. La vicenda è complessa e piuttosto nota, ne hanno tratto film, serie TV e una marea di documentari: Billy, a causa dei traumi subiti da bambino, soprattutto dal patrigno che abusava di lui sessualmente, disintegra il suo sé e sviluppa nel tempo 24 personalità diverse, ognuna con la propria età e le proprie caratteristiche e abilità, ognuna ignara dell’esistenza delle altre. A seconda delle situazioni, la personalità più adatta al contesto viene fuori e prende il controllo del “posto”, ovvero la cabina di comando. Le altre personalità nel frattempo “dormono” e tutte pertanto, quando a turno escono, mostrano enormi vuoti di memoria. Nessuno sa cosa fanno gli altri. La parte incredibile è che, da un passaggio all’alto, mutano non solo le espressioni fisiche ma anche la forza, l’ingegno, perfino i tracciati dell’elettroencefalogramma. Billy è stato accusato di stupro e rapina ai danni di tre studentesse. Il fior fiore degli studiosi del periodo, inizialmente scettico come la maggior parte della gente, ha dimostrato che Billy non poteva recitare, che le personalità esistevano tutte, anche se alcune non uscivano mai, e che era necessario curare il malato piuttosto che incarcerarlo. Billy è stato assolto, ma non è tornato libero. Ha trascorso anni in strutture di massima sicurezza e ha affrontato una serie di costrizioni e percorsi terapeutici sbagliati che spesso ne hanno peggiorato la situazione. Perché il suo disturbo era unico e, tra dubbiosi e incompetenti, i medici che lo hanno seguito non sempre sono stati in grado di aiutarlo. La biografia è un bel malloppo di pagine che Daniel Keyes, già autore del formidabile Fiori per Algernon, cura meticolosamente, ricostruendo la vita di Billy grazie alla collaborazione dei suoi alter ego e alle testimonianze di quasi tutti i personaggi coinvolti, comprese le vittime. Il racconto è assurdo, un viaggio avvincente che, se pure fosse solo un romanzo di fantasia, sarebbe geniale. E invece è una storia vera che ha moltiplicato le mie stesse sensazioni durante la lettura, passate dall’incredulità allo stupore, dalla convinzione che stessi leggendo una serie di cavolate all’accettazione di fatti per me inspiegabili ma pienamente documentati. E, se a dirlo è la scienza e non l’astrologia o la religione, sono portato a crederci.
Daniel Keyes – Una stanza piena di gente




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