Uno, nessuno e ventitré

La lezione che ho imparato

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Quest’anno, per una serie di motivi, pur allenandomi in piscina ogni giorno, non ho preso parte a nessuna gara. Dato che mi piace pure correre, mi sono invece iscritto a qualche corsa podistica, senza ambizioni e senza essermi mai preparato. Nuoto e corsa non sono compatibili e la vasca per me ha sempre avuto la priorità. Tuttavia, qualche garetta di 10 km l’ho fatta. E oggi mi sono ritrovato all’Appia Run, una competizione nota di Roma che ha la particolarità di articolarsi su cinque terreni diversi, compresi i famosi sampietrini. I chilometri da percorrere erano però 16,7. Io fisicamente me la cavo e mentalmente sono di coccio. Ma 16,7 km sono tanti, se non ci si allena un minimo. Anche solo un paio di sgambate da 7-8 km, giusto per non trovarmi del tutto impreparato, sarebbero bastate. E invece mi sono trovato del tutto impreparato.
Il percorso è molto bello e subito si è presentato con qualche salitella di troppo, che però ho superato agevolmente. Sono partito piano, proprio per risparmiare i muscoli delle gambe che temevo mi avrebbero tradito. I primi 10-11 km sono stati piuttosto facili, il che non significa che non abbia faticato, anzi. Senza spingere eccessivamente e con una riserva di fiato sufficiente, me li sono comunque messi alle spalle. All’ennesima salitina, intorno al 12° km, ho avvertito un piccolo fastidio al ginocchio, colpa dei cambi di superficie. Niente di grave, mi son detto, e ho proseguito. Poco dopo però, con l’acido lattico che mi usciva pure dalle orecchie, ho avvertito pesantezza alle gambe. Non riuscivo ad allungare il passo né quasi a sollevare i piedi e quindi a correre. Non erano veri e propri dolori, per cui ho stretto i denti e ho continuato. Finché sono arrivati loro, i crampi maledetti. Alla coscia sinistra e ad entrambi i polpacci, così, insieme. Mancavano ancora più di 4 km, sarebbe stato impossibile giungere al traguardo in questo stato. Ho rallentato e ho provato a fare stretching, ma anche quello mi ha dato problemi: allungando il polpaccio, mi faceva male la coscia; stendendo la coscia, mi tirava il polpaccio. In più ho avuto crampi addominali, che non so bene cosa siano né perché mi siano venuti, fatto sta che mi sono messo a camminare. A zoppicare, in realtà. Al traguardo sarei arrivato anche strisciando, di correre non se parlava. Ho provato a sfruttare qualche leggera discesa, i dolori erano forti, avrei dovuto aspettare che passassero. I crampi sono tra i nemici più acerrimi degli sportivi (insieme agli arbitri e al vino) e avrei potuto prevenirli. Se mi fossi allenato. Li conosco bene e so che, con i giusti movimenti, dopo un po’ sarebbero quasi scomparsi. Nel frattempo ho camminato zoppicando per almeno 2 km. In vista dell’arrivo, ho provato ad aumentare l’andatura, inventandomi un nuovo stile di corsa. Sembravo Gambadilegno. Non capivo nemmeno come mi stessi muovendo e, complice il miraggio degli ultimi metri, sono andato spedito. Spedito, inteso come un pizzico più veloce. L’ultimo chilometro l’ho terminato con un misto di corsa zoppa, saltelli e imprecazioni per limitare il dolore il più possibile. La gente mi guardava. Quelli del soccorso stavano già prendendo la barella e il prete era lì con la Bibbia. Eppure ce l’ho fatta, più amareggiato per la mia superficialità che contento per l’impresa, se così si può chiamare. Ho impiegato un tempo esagerato. Per dire, la mezza maratona, che di chilometri ne ha 21 e spicci, l’avevo completata con un tempo molto, ma molto, inferiore.
All’arrivo mi sono ritrovato con qualche malcapitato come me e qualche ultranovantenne degno di ammirazione, mentre l’organizzazione stava già smontando e la metà dei partecipanti o era andata via o correva, ancora, allegramente, verso nuovi orizzonti. La medaglia di partecipazione spetta a chiunque tagli il traguardo, quindi l’ho avuta anche io. La conserverò per ricordarmi della lezione che ho imparato: la prossima volta stattene a casa.

Commenti

25 risposte a “La lezione che ho imparato”

  1. Avatar
    Anonimo

    Lory

    La prossima volta parti allenato direi, perché rinunciare? Il rischio è forse di procurarti fastidi fisici che poi si protraggono.

    Comunque in ogni caso chapeau per la tua determinazione, essendo una pigra patologica ammirazione doppia.

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    1. Avatar Topper Harley

      Be’ sì, diciamo che mi sono allenato oggi per la prossima gara…

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  2. Avatar gattapazza

    Giuro sono stremata solo per aver letto il tuo articolo, credo sia stata durissima, alla mia età mi accontento del nuoto non agonistico ( ovviamente),ho amici che corrono ( più giovani)e le maratone a Roma le fanno tutte, volte sono tornati arrabbiati anche loro.
    Ma credo che siano imprevisti che uno sportivo come te conosce.
    Tanto sono certa che ci sarai anche alla prossima.😉

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    1. Avatar Topper Harley

      Più che imprevisti, erano possibilità molto concrete! Ma va bene così, la prossima volta ci sarò e devo solo divertirmi di più.

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  3. Avatar fulvialuna1
    fulvialuna1

    Per correre ci vuole allenamento…se decidi per questa specialità vieni da queste parti, un territorio di “podisti”….ma davvero :-)

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    1. Avatar Topper Harley

      Ne sono sicuro, anche se i podisti ormai sono dappertutto 😃

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  4. Avatar coulelavie

    Bene. Io sarei semplicemente morto entro i primi 4 chilometri. ;)

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    1. Avatar Topper Harley

      Camminando saresti arrivato prima di me invece

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      1. Avatar coulelavie

        No, io morivo camminando!

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        1. Avatar Topper Harley

          Allora niente, direi che una partita a carte va meglio ad entrambi…

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          1. Avatar coulelavie

            Però un gioco che non sia troppo sfiancante… ;)

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            1. Avatar Topper Harley

              Ah ah, hai ragione. Se penso a scopa e briscola, la fatica è anche di più!

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  5. Avatar Nemesys

    Complimenti per la tua costanza e perseveranza magari la prossima volta anziché rinunciare, allenati un pochino prima della partecipazione alla gara.

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    1. Avatar Topper Harley

      Eh sì, anche se potrebbe essere stato questo l’allenamento per la prossima gara :)

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  6. Avatar
    Anonimo

    You showed determination and the will to finish, and that’s the most important lesson. :)

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  7. Avatar valy71

    Ma no, dai, allenati e vai.
    I crampi sono molto brutti per non parlare di quelli notturni che ti svegliano e ci mettono un po’ a passare.

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    1. Avatar Topper Harley

      Diciamo che questa gara potrebbe essere stata un allenamento per la prossima 😅

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  8. Avatar valy71

    Sicuramente! 😅

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  9. Avatar Massimiliano Pesenti

    Capisco cosa si prova ad avere l’acido lattico che ti sale per poi avere crampi di cui ti ricorderai per molto tempo.

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    1. Avatar Topper Harley

      Li ho avuti nuotando, capitano. Ma così forti, correndo, mai. Altroché se me ne ricorderò!

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  10. Avatar massimolegnani

    I crampi li conosco bene, mi vengono ogni volta che in bici affronto una salita senza allenamento. Tu sei stato molto coraggioso ad arrivare comunque al traguardo, io ricordo una volta che salivo alla sorgente del Po, mi hanno colto crampi terribili, ho girato la bici e sono ridisceso a valle. Quindi onore a te!
    ml

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  11. Avatar Vincenza63

    I miei complimenti!

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    1. Avatar Topper Harley

      Sono stato presuntuoso, ma ti ringrazio :)

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