
Ignoravo che Roberto Andò, palermitano, regista tra gli ultimi lavori de La Stranezza e L’Abbaglio, entrambi con protagonisti Toni Servillo e Ficarra e Picone, fosse anche uno scrittore. Anzi, più di un suo film è stato tratto dal romanzo che lui stesso ha scritto. Il bambino nascosto è uno di questi. Ho trovato il libro in una bancarella dell’usato a Palermo e da lì, curioso come sempre, sono andato ad approfondire la biografia dell’autore. Non ho ancora visto il film (con Silvio Orlando) ma il libro è molto carino. Forte e coinvolgente. Ambientato a Napoli, è la storia di un bambino cresciuto in un quartiere degradato che, per nascondersi, si intrufola nell’appartamento in cui abita un anziano insegnante di musica. Si scopre che il bambino l’ha combinata grossa e un boss locale senza scrupoli vuole vendetta. Sia il padre sia gli scagnozzi del boss gli danno la caccia e non certo per sculacciarlo. Il professore, venuto a sapere del guaio, cerca di proteggere il bambino e pian piano vi si affeziona. Il bambino, perfino troppo maturo per la sua età, ricambia. Messi alle strette, i due saranno costretti a fuggire lontano. Una storia tenera e alimentata, ma non sopraffatta, dalla violenza sullo sfondo, che mi ha fatto piacere leggere e di cui mi farà piacere vedere il film, pur sapendo che il finale è stato stravolto. Andò probabilmente non se l’è sentita di portare sul grande schermo una storia tragica. Andò cauto.
Roberto Andò – Il bambino nascosto




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