
True Detective, per chi non lo sapesse, è una superba serie antologica che, dopo dieci anni, è arrivata alla quarta stagione. La prima è probabilmente una delle migliori serie che abbia mai visto, non fosse altro per i protagonisti, Matthew McConaughey e Woody Harrelson, in grandissima forma. Ai tempi non scrivevo di serie TV, peccato, l’avrei osannata. Questo quarto capitolo, come i precedenti, ha due nuovi protagonisti e uno è Jodie Foster, sempre impeccabile, che qui ricorda un po’ il suo personaggio de “Il silenzio degli innocenti”. La storia è ambientata in una cittadina dell’Alaska che, in mancanza del sole, si prepara ad affrontare giorni e giorni di oscurità totale. Buio e freddo rendono il contesto suggestivo, quasi onirico e paranoico, soprattutto quando un’intera squadra di ricercatori di una base nei dintorni sparisce nel nulla. Due donne detective si ritroveranno a lavorare insieme dopo aver superato vecchi screzi e andranno incontro ad eventi, è il caso di dire, agghiaccianti. In posti come quello, la gente è fredda e non collabora, ma mai quanto i cadaveri degli scienziati scomparsi, rinvenuti in mezzo al nulla nudi, congelati e ammucchiati in una posa terrificante. Ciò nonostante, Night Country forse è più un poliziesco che un thriller. Siamo un gradino sotto rispetto al primo True Detective, di poco però. Le atmosfere notturne, i paesaggi desolati e il ghiaccio che li ricopre ovunque aiutano a mantenere alta la tensione e solida la trama, in cui l’impronta femminile è molto forte, anche per merito della regista. Tra l’altro, tutto il casino nasce da un femminicidio. E oggi, guarda caso, è la festa della donna. Be’, viva le donne, sempre. Ché senza di loro non solo non saremmo mai nemmeno nati, non saremmo proprio quel che siamo.




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