Uno, nessuno e ventitré

Un cuore, per esempio

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Non è il momento di rivederla, non è opportuno chiamarla, non vuoi darle altri pensieri e provocarle nuove lacrime adesso. Quindi lasciala stare, purché stia meglio. Potresti cercarla, sì, parlarle ancora. Non si negherebbe, ti ascolterebbe, del resto c’è sempre stata per te. Ma è ancora presto. Hai solo la possibilità di mandarle al massimo qualche segnale, senza esagerare, un messaggino non impegnativo, poche parole che sai potrebbero anche cadere nel vuoto. O un cuore, per esempio. Simbolo universale d’amore e altri demoni. Un’emoji o come cavolo si chiama. Un cuore piccolo, rosso, che non dice niente e dice tutto. Qualsiasi altra cosa in effetti potrebbe innescare un ulteriore via vai di discorsi che non può concretizzarsi. Non deve. Non ora. Ti metterebbe in difficoltà e forzerebbe lei probabilmente, visto lo stato attuale delle cose. Se proprio cerchi un contatto leggero, senza impegno, senza creare disagio a nessuno dei due, hai questa possibilità, la risposta migliore ad una domanda che non esiste. E’ un bonus che puoi usare, dopo i fiumi di parole che vi siete scambiati e che non ne mettono in dubbio il valore. Un segnale devi darglielo, credi. Uno basta. Non avrebbe senso mandarne di più. E sarebbe molto difficile restare del tutto in silenzio. Il cuore creerebbe un piccolo squarcio nel velo di distacco che avete scelto di mettere tra voi a tempo indeterminato. Per toglierle ogni dubbio, qualora ce ne fossero, su ciò che provi. L’attimo giusto per premere invio però non lo conosci. Ora è troppo presto, dopo è troppo tardi. Aspetta magari che il cuore vero, quello nel petto, batta un colpo. Nel frattempo, tienilo lì, coltivalo, il tuo messaggio. Perché più tempo passa e più, forse, raggiungerete il luogo in cui potrete riavvicinarvi. Non deve però trascorrerne troppo o rischieresti di pensare che vi siete persi. Nel mentre, il cuore continuerà a battere sulla chat. Solo sulla tua. Sulla sua non è ancora visibile. Maledetta tecnologia. Per non parlare di quelle spunte, una, due, blu per giunta. Che palle. Una volta c’erano le lettere di carta, che uno poteva cestinare o bruciare nel camino, se non avesse avuto voglia di leggerle. O se non avesse voluto inviarle. Mica le email. Già, le lettere. La carta. Sembrano un’idea migliore. Pensaci. Il cuore è un jolly che ti puoi sempre giocare. Ma puoi anche metterlo lì dentro, disegnandolo se ti pare, tra le righe, all’interno della busta da spedire. Con quella dose di magia che risale ai tempi andati, quelli che le piacciono, quando ogni gesto aveva un significato perché sopportava il peso dell’attesa, della distanza. Tempo e spazio. In più puoi scrivere e liberare i tuoi sogni, non faranno alcun male se usi la lingua che avete sempre parlato. Il cuore batterebbe più forte. E nessuno potrà cancellarlo.

Commenti

4 risposte a “Un cuore, per esempio”

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    Anonimo

    Lory

    C’è sempre San Valentino a portare i messaggi o semplicemente una lettera, la sincerità ha un peso lieve quando si ama.

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    1. Avatar Topper Harley

      Dovremmo fare in modo che ogni giorno sia San Valentino.

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  2. Avatar
    Anonimo

    Lory

    ❤️

    Piace a 1 persona

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