Ho letto diverse opere di Boris Vian, ero uno sbarbatello quando l’ho sfogliato per la prima volta e ho un ottimo ricordo di “Sputerò sulle vostre tombe” e “La schiuma dei giorni“, due romanzi che in qualche modo mi hanno emozionato. Crescendo, mi sono capitati tra le mani altri suoi libri che però non mi hanno segnato allo stesso modo. Quest’ultimo l’ho comprato perché speravo che Vian potesse tornare a sorprendermi come quando ero più giovane. Ci è riuscito solo in parte. Lo stile è il suo, con una trama surreale che strappa qualche risatina mentre cade nell’assurdo. Un assurdo piacevole e delirante. Talmente tanto che alla fine ho faticato a comprenderlo, ammesso che andasse compreso. La storia è quella di un ragazzo, così affascinante da dover allontanare le donne a calci, che diventa oggetto di un complotto di uno scienziato pazzo intento a creare una razza di soli belli. Il piano comprende rapimenti a fini procreativi e accoppiamenti liberi che ai più non dispiacciono affatto. La situazione però sfugge di mano. Il ragazzo infatti scopre che certi esperimenti hanno anche un lato disumano e farà di tutto per fermarli. Il finale è un’esplosione divertente di fantasia e follia, che solo uno come Boris Vian poteva inventare. D’altro canto, devo dire, non si tratta di un romanzo memorabile. Non c’è una morale che speravo spuntasse fuori da qualche parte. Lo ricorderò al massimo per la bellezza e la disinibizione dei personaggi femminili con cui, trasportato dalla lettura, avrei fatto volentieri esperimenti anch’io. Se non fossi stato brutto.

Boris Vian – E tutti i mostri saranno uccisi