
E’ un fumetto, anzi un graphic novel. Come se conoscessi la differenza. M. Night Shyamalan qualche anno fa ci ha fatto un film, Old, di cui avevo scritto perché era brutto (io scrivo solo di film brutti), nonostante una trama intrigante. Motivo per cui ho voluto cercare l’opera originale da cui era tratto. E niente, anche il graphic novel, seppur interessante nella sua concezione, si perde nella realizzazione. Il film perlomeno, che pure era girato con quattro spicci, ha ampliato l’idea e fornito delle risposte tutto sommato accettabili. Qui non succede. Si parla di una spiaggia in cui si ritrovano dei turisti, grandi e piccini, che ad un certo punto si accorgono di crescere ed invecchiare, fino a morire, alla velocità di un paio d’anni di vita ogni ora. Il problema è che una strana forza, una specie di campo magnetico, gli impedisce di fuggire e, oltretutto, sembra che qualcuno li stia spiando dalle rocce in alto. Accadono anche altri episodi particolari, racchiusi in un paio di vignette, che nell’insieme però non sono riuscito a collegare tra loro né a guardare oltre i disegni. Disegni, va detto, nemmeno eccezionali. Ora, sembrerebbe una bocciatura in toto e invece persiste fino alla fine un non so che di intrigante, un filo di mistero che comunque rende la storia affascinante. Lo stesso castello di sabbia, creato dai bambini per giocare, viene indicato come un qualcosa che sarà ancora lì l’indomani nonostante le onde, a differenza delle persone che invece non vedranno l’alba. E’ una metafora che, con le altre, crea un quadro migliore di quello che (non) ho elaborato. Se mi sembrava di essere troppo vecchio per apprezzare il film, adesso mi sembra di essere troppo giovane per comprendere il libro. Magari lo rileggerò quando sarò vecchio, in procinto di morire. Del resto, i castelli di sabbia io non li ho mai fatti, ho sempre preferito gli scogli.
Pierre Oscar Lévy, Frederik Peeters – Castello di sabbia




Scrivi una risposta a coulelavie Cancella risposta