
Una storia amara e romantica che, attraverso il dialogo tra due fratelli, fissa alcune delle immagini più nitide della loro Palermo, di quelle che restano nel cuore quando si va via e si mantengono nonostante il tempo e la distanza. Uno dei due infatti, suo malgrado, sta per partire e lasciare la città, come tanti, tantissimi giovani fanno da sempre per necessità. Prima di andare, un ultimo giro al tramonto tra le strade e tra i ricordi, gli farà attraversare la zona della Vucciria, assaporare stigghiole e panelle, seguire le orme di Peppuccio e del “suo” cane Killer, riesumare una leggenda di Gesù alla Cala, filosofeggiare sul concetto di isola. Una dichiarazione d’amore per le proprie origini che rende ogni passo più potente del buio verso cui va incontro. Un racconto breve, allegro e malinconico, in cui ho potuto immedesimarmi. Anche se io, quelle sensazioni, non le ho mai provate quando me ne sono andato: le provo ogni volta che ritorno. E, per fortuna, capita spesso.
Davide Enia – Prima che il buio circondasse ogni cosa




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