
Giappone, anni 70. Una giovane donna ha un progetto di vita a medio termine che dipende dalla morte dell’anziano marito e dall’eredità che lui potrà lasciarle. Nel frattempo se la spassa, in tutti i sensi, con uomini della sua età e, quando uno questi viene accusato di omicidio, lei fa di tutto per non essere coinvolta nel processo che manderebbe a rotoli il suo piano. Cerca quindi un bravo avvocato ed un altro suo amante, cui fa sempre affidamento, glielo trova. Si porta a letto anche l’avvocato, dimostrando di essere una donna proprio per bene. L’improvviso ricovero del marito per un principio d’infarto accelererà le sue decisioni, tipo quella di farlo fuori subito. Le cose però prenderanno per lei una piega inaspettata: il marito, seppur morente, non è così rincoglionito come sembra e l’amante affidabile non è così affidabile come pensava. Ho atteso anch’io che il vecchio morisse, perché speravo che in tal modo finisse il libro, scorrevole ma piuttosto prolisso e ridondante nelle descrizioni dei fatti. In compenso, mi ha reso insopportabile la donna ogni pagina di più e alla fine, esasperato, ho sperato che morisse lei. Le è andata forse peggio e questo mi appaga della lenta digestione di un noir curioso con un finale che si fa davvero attendere.
Seichō Matsumoto – L’attesa




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