Uno, nessuno e ventitré

Chapelwaite

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Due cose mi hanno convinto a vedere questa serie: il protagonista, Adrien Brody, che trovo affascinante come pochi e la trama, tratta da Jerusalem’s Lot, un racconto di Stephen King. Parliamo quindi di horror e le premesse, nelle prime puntate, sono interessanti, con mistero e pathos che si accavallano e un’ambientazione suggestiva. Brody si prende la scena con quella sua aria buona e innocente da padre di famiglia. Nella storia, eredita una vecchia casa dal cugino e vi si trasferisce con i tre figli, senza sapere a cosa andrà incontro. Ossia una scontro tra non-morti e vampiri o quel che sono, alla ricerca di un libro i cui versi possono portare il caos nel mondo. Vabbè, ho sintetizzato alla meno peggio. Perché diciamo che, dopo tre o quattro episodi, di curioso resta ben poco e infatti ho pure sospeso la visione. Poi ho letto che, visto lo scarso successo, la serie non è stata rinnovata per una seconda stagione e ho deciso di portarla a termine, giusto per farmi del male. Ho trovato dialoghi pesanti e scene superflue e ogni tanto, con nonchalance, ho cliccato sul tastino dell’avanzamento veloce per non soccombere. Alla fine sono diventato un non-morto pure io. Di sonno e noia.

Commenti

4 risposte a “Chapelwaite”

  1. Avatar Raffa

    Eviterò accuratamente, grazie.

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  2. Avatar fulvialuna1
    fulvialuna1

    Non m è piaciuta

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    1. Avatar Topper Harley

      Purtroppo si perde abbastanza presto, diventando molto banale…

      Piace a 1 persona

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