
La collana in questione è quella di una bambina di sette anni, abusata e uccisa da un uomo che, dopo aver confessato il terribile crimine, viene condannato a morte. Vent’anni dopo, la madre della vittima, divorziata dal marito per il trauma che non è riuscita a superare e senza un quattrino in tasca, affronta un lungo viaggio per recarsi all’esecuzione dell’assassino, nella speranza di mettere un punto alla storia e ritrovare un po’ di pace. Durante il tragitto però riemergono nella sua testa dettagli, rimossi col passare del tempo, che iniziano a farle dubitare della colpevolezza del cosiddetto Mostro. Dubbi che ruotano proprio intorno alla collana di perline, mai ritrovata, indossata dalla bimba al momento dell’omicidio e su cui si sviluppa gran parte della trama. La lettura è intensa, rappresenta bene il dolore della madre e scorre perché dà sempre l’idea che ci sia qualcosa di grosso da scoprire. Quando quel qualcosa viene elaborato, tuttavia, l’interesse scema. L’escamotage letterario per dipanare la matassa di pensieri della donna sull’omicida appare abbastanza debole e il finale soprattutto è decisamente stupido. Troppo comodo risolvere la questione come ha fatto l’autore, dopo aver tenuto il lettore col fiato sospeso per tre quarti di romanzo. Non mi aspetto mai molto da questi libri e infatti all’inizio lo avevo anche mollato, ma ero in vacanza e non volevo niente di impegnativo. E poi, leggerlo sulla tazza del wc mi ha aiutato molto.
Matt Witten – La collana




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