
Ho notato la copertina scorrendo la bacheca di Instagram. Mi veniva proposta in continuazione, peggio dello spam. Il sottotitolo, “Storie spaventose dal Giappone di yōkai, fantasmi e demoni” mi incuriosiva e così pure il nome dell’autore, Lafcadio Hearn, che sembrava uscito da un fantasy. Alla fine ho scaricato il libro e, ora che l’ho letto, su Instagram non c’è più traccia della copertina. Sparita. E questa è la storia più spaventosa che riguarda Kwaidan. Perché il libro è dei primi del ‘900 e i suoi racconti, tramandati per secoli dalla tradizione popolare, al giorno d’oggi appaiono al massimo affascinanti più che spaventosi. Il buon Lafcadio li ha messi insieme, senza risparmiarsi in dettagli, in un volume pare imperdibile della letteratura giapponese. Non fatico a crederlo. Le storie sono interessanti, avvolte dal mistero, talvolta horror e si basano su credenze e superstizioni, ma anche su usanze e comportamenti, tipicamente giapponesi. Occupano però solo metà volume o poco più. Una bella porzione di pagine infatti è dedicata ad uno studio sugli insetti (tre capitoli su farfalle, zanzare e formiche) che Lafcadio ha voluto inserire per chissà quale motivo. L’appendice finale invece riporta in carreggiata il libro proponendo una serie di dipinti con una nota a margine che ne descrive il contenuto spaventoso. O affascinante.
Lafcadio Hearn – Kwaidan




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