
Un romanzo di cui avevo tanto sentito parlare a suo tempo e che forse non avrei mai letto se non mi fosse stato regalato. Ma mi è stato regalato, per fortuna. E l’ho letto con passione crescente, perché è una bella storia che forse non sarà proprio originale, eppure coinvolge e fa immedesimare, un po’ nei personaggi, un po’ nelle situazioni. Filo conduttore è l’amicizia, in particolare di quattro ragazzi israeliani che, tra gioie e dolori di – diciamo – ordinaria amministrazione, attraversano ognuno una fase fondamentale della propria crescita. La voce narrante è uno di loro, in apparenza il più sfigato, in realtà il più equilibrato che si dimostra essere il collante del gruppo e quello che tiene maggiormente al rapporto con gli altri tre. E’ proprio lui che si accorge della simmetria dei desideri, espressi alla vigilia della finale dei mondiali di calcio del 1998. Dopo averli trascritti su un bigliettino, i quattro si ripromettono di verificare, ai mondiali successivi, se i loro obiettivi sono stati raggiunti. Nessuno realizzerà il proprio sogno ma, senza saperlo, vuoi la vita, vuoi il caso, vuoi il caos, ognuno si ritroverà ad aver esaudito il desiderio di un altro. Il gruppo realizzerà ciò che i singoli non sono riusciti a fare. E questa è la magia dell’amicizia. Anche quando presenta il conto e non tutti, si capirà nel finale, pagano equamente, restando comunque uniti.
Eshkol Nevo – La simmetria dei desideri




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