
In un futuro non ben definito, le carceri sono privatizzate e i detenuti possono scegliere di partecipare ad un programma televisivo di enorme successo basato sulla lotta all’ultimo sangue tra di loro. Con telecamere che li riprendono costantemente, i carcerati che sopravvivono agli incontri diventano superstar acclamate e guadagnano privilegi man mano che vanno avanti. Il privilegio massimo, dopo anni di combattimenti nelle arene, è la libertà che sinora nessuno ha potuto raggiungere. Contestualmente, movimenti di protesta cercano di combattere il sistema che ha reso l’omicidio barbaro in diretta TV uno sport nazionale seguitissimo. Vari personaggi, dentro e fuori le sbarre, si alternano alla narrazione che tra violenza e riflessioni a volte si perde. Il romanzo è curioso, l’ho letto volentieri ma non mi ha chiamato per farsi leggere in ogni mio momento libero. Molte parti sono avvincenti ed interessanti, soprattutto quando le note a margine approfondiscono le incongruenze dell’attuale sistema carcerario degli USA, altre un po’ incasinate con troppi nomi e voci narranti che non rendono scorrevole la lettura. Alla fine il cerchio si chiude senza lasciare buchi. La storia però manca di sostanza, poteva chiudersi in qualsiasi momento e lasciarci liberi senza lottare fino all’ultimo.
Nana Kwame Adjei-Brenyah – Catene di gloria




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