
Tra le migliori serie di animazione del 2023, Pluto può sembrare un prodotto rivolto esclusivamente ad adolescenti nerd e appassionati di manga (tipo me, se solo fossi adolescente), mentre invece è un’opera sorprendente che mischia poliziesco e fantascienza e affronta temi profondi, quali l’etica dell’intelligenza artificiale, le discriminazioni razziali, i diritti civili. La trama, avvincente e complessa, si sviluppa in un mondo in cui i robot vivono e convivono in piena armonia con gli esseri umani, soprattutto perché i modelli più evoluti riescono a gestire, seppur simulando, le emozioni, i sentimenti e le azioni che ne derivano. Un detective robot abilissimo indaga su un serial killer che pare stia eliminando, uno dopo l’altro, i robot più potenti del mondo. Uno di questi è il detective stesso, il cui passato misterioso si dimosterà essere una delle chiavi del giallo. Sullo sfondo ci sono gli strascichi della 39a Guerra dell’Asia Centrale, combattuta tra la Tracia e la Persia e tutti gli intrighi e i crimini tipici di ogni guerra (chiarissimo il riferimento all’invasione dell’Iraq di vent’anni fa). Ma i riferimenti sono tanti e lo stesso Pluto rievoca il dio degli inferi nella mitologia romana e non il cane di Topolino. O forse anche quello. Fatto sta che, per l’ennesima volta, Netflix ha salvato il mio abbonamento dalla disdetta e lo ha fatto con una serie d’animazione di un catalogo che ho scoperto essere interessante e sempre più ricco. Credo che anche Netflix sia un’intelligenza artificiale.




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