
Penso di disdire Netflix ed ecco che arriva qualcosa di sorprendente a farmi cambiare idea, una serie animata spettacolare da ogni punto di vista per stile, trama, argomenti trattati, suono, colonna sonora. La storia è ambientata nel XVII secolo in Giappone, quando i confini erano chiusi agli stranieri e coloro che non avevano gli occhi a mandorla venivano visti come impuri, mostri da eliminare o emarginare. Il nostro samurai è uno di questi. Nato da una violenza sessuale, ha gli occhi azzurri che nasconde dietro un paio di lenti e, dopo una vita di merda, vuole vendicarsi e uccidere gli unici quattro, potentissimi, uomini bianchi che quando è nato si trovavano all’interno del paese e che potrebbero essere suo padre, nonché causa dei suoi mali e della morte della madre. La trama in realtà è molto più complessa e piena di sfaccettature, oltre che di citazioni e approfondimenti storici e culturali. Potrebbe essere un film di Tarantino (il quale viene puntualmente omaggiato per Kill Bill) se non fosse che qui c’è più sangue ma anche più violenza. E sesso ai limiti del disgusto. Viene infatti precisato che si tratta di una serie animata per adulti e non esagero dicendo che nel mondo dell’animazione non si è mai visto niente del genere. Mi sa che Netflix me lo tengo ancora per un po’.




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