Con la 5 km ai campionati italiani a Piombino, si è conclusa ieri la mia stagione agonistica di nuoto. Finalmente direi. Ormai ho la testa all’estate, ai viaggi e alle vacanze e ho bisogno di rallentare i ritmi, scendere dal blocchetto e farmi una birra grande quanto agosto. E’ stata una stagione entusiasmante, per passione, impegno e risultati. Di arrivi e autocelebrazioni. Tra i vari meeting a cui ho partecipato, mi sono portato a casa una medaglietta d’oro e una di bronzo e soprattutto ho fatto i record personali sugli 800, sui 400 e sui 50 stile libero, sui 200 misti e sui 50 farfalla, tutto in vasca corta. In vasca lunga invece ho preso due medaglie d’argento e una di bronzo facendo i personali in tutte le gare in cui ho nuotato: 1500, 800, 200 e 50 stile libero, più i 200 misti. E poi le acque libere. Tra mangiate e bevute, ho terminato una 10 km con un crono mai segnato prima e nella 5 km di ieri, al di là del buon tempo assoluto, la soddisfazione è stata essermi piazzato a ridosso di avversari e amici che prima vedevo col binocolo e che adesso vedo ad occhio nudo in termini di distacco, senza parlare di quelli che ho proprio battuto. Da quando nuoto, ho memoria di grandi e piccole imprese e di tante emozioni ma non ricordo di avere vissuto una stagione così performante. La spiegazione è semplice ed è dovuta a diverse congiunzioni astrali. Uno: ho iniziato a seguire un piano alimentare che ha rivoluzionato le mie giornate non solo a livello sportivo e che, con i vari aggiustamenti, conto di non abbandonare mai più. Be’, forse solo il prossimo mese. Due: mi sono impegnato in palestra, aspetto che non avevo mai considerato come quest’anno, perché ho capito che è impensabile migliorare in acqua senza una buona preparazione fisica. Tre: mi sono fidato ciecamente dell’allenatore il quale, oltre ad essere responsabile dei punti uno e due, ha costruito ed impostato un lavoro prezioso da settembre a luglio, non solo nei miei confronti ma verso tutta la squadra, che infatti oggi è “una squadra fortissimi”. Non a caso, mi ha permesso di scoprirmi anche velocista oltre che fondista, cioè posso gareggiare in quasi tutte le specialità. Quasi, eh. Devo ancora imparare quella chiamata dorso. C’è anche un punto quattro: purtroppo o per fortuna, sono tornato single e, al di là del fatto se stavo meglio o peggio prima, indubbiamente ho avuto più tempo, voglia ed energia per allenarmi. In alternativa avrei avuto un cuore colmo d’amore e una panza colma di pazienza ma solo a fine carriera o in punto di morte potrò tirare le somme e cercare i rimpianti, qualora ce ne fossero. Del resto è la vita, si chiude una porta… si resta fuori e si va a nuotare. Infine, aggiungo un punto cinque: ho sempre giocato molto con il n. 23, il mio numero, al quale ho perfino dedicato una pagina di mezze cazzate qui sul blog per sottolineare quanto sia ricorrente. Be’, siamo nel 2023, dovevo per forza svoltare. E sono certo che entro fine anno qualcos’altro succederà, come sta già avvenendo fuori dall’acqua. Troverò l’amore? Il denaro? Il cielo? Intanto, cerco qualcosa da mangiare.