Uno, nessuno e ventitré

Cenerentolo

Pubblicato il

Categoria:

L’ho guardata più di una volta e più di una volta, per permetterle di prendere posto nella mia stessa fila, mi sono alzato e l’ho lasciata passare davanti a me. Il momento migliore è stato quando, a fine spettacolo, sorridendo e porgendomi la mano mi ha detto “ciao, scusa, non mi sono presentata”. Come se non sapessi chi fosse. Lo sapevano tutti lì, a Caracalla. E’ chiaro che non si è avvicinata perché sono “bello bello in modo assurdo” né perché ho usato la Blue Steel quando ci siamo incrociati. Non soltanto almeno. C’era un motivo ben preciso per cui mi ha salutato ma mi piace pensare che non fosse solo per quello. Lei non era Cenerentola. Ero più io Cenerentolo che poco dopo lo scoccare della mezzanotte sono tornato a casa, anziché con la zucca solitamente vuota, con un carico di immagini e frammenti di bellezza del mio battesimo a Terme di Caracalla dove, chissà perché, non ero mai stato. Lo spettacolo era Cenerentola per l’appunto, un balletto rivisitato della storia che tutti conosciamo. Ormai abituato alle portentose scenografie del palco del Teatro dell’Opera ed essendo solo al mio terzo balletto, quindi ancora acerbo, diciamo che l’inizio del primo atto non mi ha esaltato come era sempre successo. Può darsi che stia affinando i miei gusti e che stia diventando esigente. Ero sicuramente più preso dall’atmosfera e dal luogo, oserei dire magico, in cui mi trovavo. Senza parlare del posto, intendo proprio quello in cui ero seduto, una poltronissima centrale, non a caso accanto ad un’autorevole compagnia amica, a tre poltrone da colei che non si era ancora presentata e davanti a centinaia di persone che, vedendomi di spalle e non in viso, hanno pure avuto il tacito consenso a scattare qualche foto. Poi, è stato un crescendo. Dal secondo atto la musica si è fatta più vivace e allegra e anche le scene, i passi e i costumi sono diventati più intriganti. Che i ballerini sono stati bravi non c’è bisogno di dirlo: la protagonista femminile, étoile del corpo di ballo del Teatro, è ormai una vecchia conoscenza nonché una certezza. Il momento più bello, prima di quel “ciao, scusa, non mi sono presentata”, me lo aveva regalato proprio lei quando, nelle vesti di Cenerentola, ha fatto i conti con il tempo e con i rintocchi dell’orologio, un passaggio onirico con un pizzico di suspense che mi ha affascinato. E cosi pure la scena, alla fine del primo atto mi pare, in cui a Cenerentola vengono mostrati i modelli delle collezioni primavera, estate, autunno e inverno: abiti sgargianti e coloratissimi che hanno rappresentato un altro momento da evidenziare. Da quando frequento opere e balletti ho avuto la fortuna di poter assistere a spettacoli di altissimo livello e di quest’ultimo, nonostante non sia da podio, ho voluto scriverne per fissare un ricordo sul diario perché i dettagli lo hanno reso speciale come pochi. Perché alla fine è grazie ai particolari che apprezziamo i momenti. E perché la felicità, chiamiamola contentezza, è fatta di momenti. Anche dopo mezzanotte.

Commenti

2 risposte a “Cenerentolo”

  1. Avatar Lory
    Lory

    Bellissimo post, ti leggo e rido, comunichi alla grande pur fissando su carta anche qualche ora dopo, riesci sempre a mantenere il filo e a farci rivivere i tuoi bei momenti 🩰
    Ciao!

    "Mi piace"

    1. Avatar Topper Harley

      Bentrovata! Mi fa piacere leggere un commento così. Alla fine è anche per questo che si condividono i propri pensieri e le proprie esperienza.

      "Mi piace"

Commenti?