Uno, nessuno e ventitré

Lapvona

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Un romanzo che ho letto in viaggio, spostandomi da un posto all’altro, senza forse godermelo appieno ma apprezzando lo stile scorrevole e d’impatto dell’autrice. Tuttavia mi aspettavo qualcosa di più avvincente o di più profondo, magari con un significato e qualche frase ad effetto. E invece ho trovato una storia in cui i momenti più alti sono rappresentati dalle scene fastidiose, per non dire schifose, che si susseguono per tutto il romanzo e dalle azioni, anch’esse abbastanza discutibili, guidate da un dio presente o non presente ma comunque sempre attivo nella testa dei personaggi. Non so se il Medioevo lì al nord fosse davvero così crudo e bestiale, onestamente non credo. Qui però sembra che gli uomini vivessero peggio degli animali e che nessuno avesse un minimo di moralità. Non vorrei dare un giudizio troppo negativo, nel complesso non è un libraccio. Le pagine si leggono velocemente e catturano pure. A volte colpiscono più di uno schiaffo, senza però avere un senso. Un po’ come prendere botte da uno sconosciuto senza motivo, la reazione è quella di vendicarsi e capire il perché. Lo sconosciuto è l’autrice e il suo perché immagino sia la voglia di scandalizzare. Per vendetta credo farò in modo di non sentirne più parlare.

Ottessa Moshfegh – Lapvona

Commenti

2 risposte a “Lapvona”

  1. Avatar cate b

    e non sei l’unico a parlarne così. Tu sei riuscito a finirlo, ma conosco un paio abbondante di persone che lo han mollato lì.

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    1. Avatar Topper Harley

      Ho letto qualche recensione, siamo un po’ tutti d’accordo. Non è un brutto romanzo ma ci sono passaggi raccapriccianti e non perché siano horror, fanno semplicemente venire lo schifo…

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