
Per chi non lo sapesse, The last of us, con milioni e milioni di copie vendute nel mondo da una decina d’anni, è uno dei videogame più acclamati della storia. OK, io non lo sapevo, la mia esperienza arriva al massimo a Pac-Man. La serie è tratta dal gioco e, visti gli investimenti e la base di partenza, non poteva deludere le aspettative degli appassionati. Infatti si è dimostrata un successo mondiale che spero non faccia la fine di The walking dead e simili. Perché la trama fondamentalmente si riassume in: infezione, epidemia, zombie, morti, tantissimi morti, sopravvissuti, sopravvivenza. Gli zombie in realtà non sono proprio zombie, sono umani trasformati in creature aggressive da un fungo parassita che prende il controllo del corpo e che si diffonde anche nel terreno. Vabbè, la sostanza è la stessa, non bisogna farsi mordere. Ad essere diverso invece è lo sviluppo, gli infetti restano solo sullo sfondo, si vedono poco, gli agguati sono rari. A fare veramente paura sono le persone sane che, in una società devastata, compiono le peggiori azioni, per istinto, fame, rassegnazione, speranza, potere. E tutte ‘ste disgrazie incombono sui due protagonisti, un uomo e una ragazzina che, per una serie di motivi, viaggiano attraverso il paese. Lui è il magnifico Pedro Pascal, ormai un mito. Lei è immune all’infezione. Io ho visto nove puntate eccellenti, girate bene, piene di risvolti e significati. Ma mi sa che torno a giocare a Pac-Man, la cui filosofia resta insuperabile.
Se vuoi…