
I protagonisti di questa serie, disponibile volendo su Disney+, non volendo su canali pirata, sono uno psichiatra ebreo e un giovane instabile, incapace di controllare gli impulsi che lo portano ad uccidere chi gli sta sulle palle. Nella speranza di riuscire a curarsi, il ragazzo si affida al terapeuta ma, per potergli confidare i crimini senza essere denunciato, lo rapisce, lo incatena e lo obbliga a proseguire le sedute nel seminterrato di casa sua. La terapia non funziona benissimo, altri omicidi vengono commessi e il dottore nel frattempo, non avendo niente da fare tutto il giorno perché il suo carceriere continua a lavorare e vivere come sempre, riflette sul rapporto con i figli e con la moglie deceduta qualche mese prima. Gli episodi si fanno seguire, durano poco e, seppur quasi interamente ambientati in una stanza, non annoiano mai. Tranne che nelle scene, relativamente lunghe, in cui pensieri e ricordi dello psichiatra si concentrano sui familiari… mentre cantano. La moglie canta e suona la chitarra, i figli cantano, i nipoti cantano, lui canta e prega pure, in ebraico o quel che è. Chi proprio non canta, nel senso che si fa gli affari suoi, non parla e non denuncia, peggio degli abitanti di Campobello di Mazara dove viveva Messina Denaro, è la madre dell’assassino, che vive con il figlio, ne conosce i disturbi e, amore di mamma, lo lascia fare, dopo averlo appoggiato anche nel sequestro dell’uomo. Nonostante le assurdità e il fastidio mio personale per l’apparente mancanza di igiene (il ragazzo va spesso al bagno con lunghissime pipì e non si sciacqua mai le mani; il dottore dovrebbe puzzare come pesce essiccato), la storia fila in modo verosimile e si conclude con un finale scioccante ma sensato. Mentre naturalmente tutti cantano.
Se vuoi…