
Nel giorno della cattura di Matteo Messina Denaro, forse casualmente, forse no, ho preso il primo libro dalla pila nello scaffale di quelli non ancora letti. E’ la trascrizione di una lezione che Paolo Borsellino ha tenuto nel 1989 in una scuola del nord Italia, lontana solo geograficamente dalle realtà di cui parla, perché la mafia fa ormai parte del tessuto sociale di tutto il paese. Rispondendo anche alle domande dei ragazzi, Borsellino dimostra quale profondità di pensiero e quanta comprensione del fenomeno mafioso avesse. Interessanti sono le riflessioni sulla legalizzazione della droga per combattere la criminalità e del perché non sia favorevole. Soprattutto, alla domanda sul sentirsi protetto dallo Stato, risponde no: sia relativamente alla scorta che ammette essere pressoché inutile sia riguardo la tutela che lo Stato dovrebbe assicurare a qualsiasi cittadino, non in termini di sicurezza fisica ma in ambito economico, sociale, culturale. Anche qui la risposta è negativa. Borsellino, in quei giorni, non ha ancora la certezza che verrà assassinato ma sa già, e lo dimostra citando fatti, che le istituzioni spesso non favoriscono le indagini. Toccante è la prefazione del fratello Salvatore che ha controllato pure le virgole di questa trascrizione prima di autorizzarla, riconoscendone il valore formativo. Sarebbe bello che qualche scuola ne acquistasse delle copie, che costano pure poco, per distribuirle agli alunni. Perché dal 1989 non è che le cose (e Cosa Nostra) siano poi cambiate tanto.
Paolo Borsellino – Cosa Nostra spiegata ai ragazzi
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