“Mai più in Italia”, dichiararono gli Zeppelin. E così sarebbe stato. Non mi ero mai chiesto se i Led Zeppelin, probabilmente il mio gruppo preferito insieme ai Pink Floyd e ai Pearl Jam, fossero stati in Italia. Pensavo che sì, un po’ come i Beatles, passati una volta nel 1965, almeno una capatina dalle nostre parti l’avessero fatta. E invece questo libro illuminante mi ha raccontato che non è andata proprio così, anzi non è andata proprio. Quella assurda sera del 5 luglio 1971 i Led Zeppelin, ingaggiati per chiudere una tappa niente poco di meno che – wow wow wow! – del Cantagiro, un festival itinerante con artisti italiani di musica leggera, fuggirono dal palco e si rifugiarono nei locali dell’infermeria dopo aver suonato solo cinquanta minuti in mezzo ad una guerriglia scoppiata tra spettatori paganti, non paganti e forze dell’ordine. E’ stata una notte di scontri dentro e fuori l’impianto, la cosiddetta “notte del Vigorelli”, dal nome del velodromo di Milano che ha ospitato l’evento, lo stesso dei Beatles di qualche anno prima. Il libro narra i fatti con dovizia di particolari sin dalla notte dei tempi (altro che del Vigorelli), mettendo insieme un mucchio di storie: la storia dei Led Zeppelin, la storia del Cantagiro, la storia degli organizzatori, la storia di Milano, la storia del Vigorelli, la storia del nostro paese in un periodo di forti tensioni sociali e di grandi cambiamenti anche in campo musicale. Lo fa con interviste, interi articoli di giornale, dichiarazioni dei presenti, fatti di cronaca. E’ un documento completo, pure troppo, a tratti ripetitivo, a tratti “oh, che palle”, ma così coinvolgente che mi sembra di (non) averli sentiti suonare pure io, i Led Zeppelin. Non mi addentro nell’analisi del perché di tanto casino, per fortuna senza morti: molteplici fattori hanno influenzato gli avvenimenti, non ultimo il tentativo bizzarro di riunire sotto lo stesso palco un pubblico stile Sanremo con un pubblico stile Woodstock, contrasto che farebbe ridere se non avesse fatto piangere. E’ appurato però che le forze dell’ordine abbiano caricato e lanciato lacrimogeni, addirittura all’interno del velodromo, senza troppi complimenti e senza una reale necessità. Non mi stupirei se ricapitasse. Ancora più agghiacciante è stato leggere che i giornali dell’epoca, parlando dei Led Zeppelin, innovatori del rock, pionieri dell’hard rock e precursori dell’heavy metal, li definissero come un gruppo pop. Non ce li meritavamo proprio. Oggi non esistono più né i Led Zeppelin né il Cantagiro ma esiste Sanremo purtroppo. E sta per iniziare. Mi raccomando, non perdiamocelo.
Giovanni Rossi – Led Zeppelin ’71. La notte del Vigorelli
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