Il primo romanzo di Pif, “…che Dio perdona a tutti“, su cui avevo scritto due righe contate, non mi aveva esattamente conquistato. Era carino e stupidino al tempo stesso, nonostante qualche battuta simpatica. Ammiro Pif, che è una persona intelligente e impegnata nonché mia concittadina, gli ho dato quindi una seconda possibilità. Be’, il tenore non è cambiato. Questo romanzetto è sicuramente scritto meglio del precedente, ha anche una morale e dei risvolti non banali che superano il lieto fine da favoletta. Il “povero idiota” del titolo ci sta tutto, descrive bene il protagonista. L’idea dell’app per trovare l’anima gemella al centro del racconto è una cagata pazzesca, proprio per come viene concepita e il fatto che qualcuno arrivi fino in Groenlandia seguendone i suggerimenti la dice lunga sullo sviluppo della storia, un po’ surreale, un po’ cazzona. Tuttavia non si tratta di un libro da buttare, ho apprezzato gli aneddoti su alcune usanze dei luoghi visitati (Siena e il Palio, la Svezia, la stessa Groenlandia) e, soprattutto, nelle gesta dell’idiota ho rivisto il me stesso di qualche anno fa, diverso da quello di oggi, ma solo perché non è povero.
Pif – La disperata ricerca d’amore di un povero idiota
Se vuoi…