Una lettura estiva, poco impegnativa e molto divertente: 425 storie di rock e follia che si uniscono alle 575 del primo volume e fanno 1000. Mille storie ai limiti dell’incredibile che Massimo Cotto ha raccontato su Virgin Radio prima di farci un libro, anzi due. Mille aneddoti che, nonostante alcuni appartengano alla leggenda, dimostrano che il rock non è un genere musicale ma un modo di vivere e spesso morire (a meno che non si tratti di Keith Richards o Ozzy Osbourne) dove il risultato non conta, conta giocare, con gli eccessi, la musica e la sorte. Può andare male, come a Kurt Cobain, Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison, Amy Winehouse, giusto per citare i membri più noti del Club 27, i cantanti morti a 27 anni che hanno smesso di giocare. Può andare meglio, come a tutti quelli che ancora scrivono pagine di rock e non intendono cambiare gioco. A noi comuni mortali, spettatori e ascoltatori con la loro musica nelle orecchie, va benissimo così.
Massimo Cotto – Rock Bazar volume secondo
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