Il giudizio complessivo che do a questo romanzo è… mi riservo di pensarci qualche minuto. Una storia avvincente, sempre viva, senza passaggi noiosi, che mi ha tenuto incollato alle (non poche) pagine fino alla fine dovrebbe togliere ogni dubbio sulla bontà della lettura. Eppure mi è sembrato che mancasse qualcosa. Ambientata a bordo di una gigantesca nave mercantile nel 1600 e spicci, la trama si sviluppa attraverso una minaccia impellente mentre paure e leggende si moltiplicano attorno ai numerosi personaggi e alle vicissitudini che li hanno portati a bordo, nonché al centro di un mistero il quale – non è difficile intuire – si rivelerà sorprendente. I colpi di scena si susseguono, così come i morti e le scene di suspense. C’è il protagonista coraggioso con tutti i valori al posto giusto e c’è la bella ma non posso. Ci sono i bastardi, gli infami e gli uomini d’onore e c’è un cattivo che muove i fili sotto le spoglie di un demone. Ci sono il lungo viaggio, la tempesta e l’isola deserta. C’è il tesoro, perfino un nano. Mancano i pirati, sarebbe stato troppo. Soprattutto però manca una conclusione che giustifichi la complessità dei casini e degli intrighi creati dal demone. Ecco, questo era: il finale, troppo superficiale a dispetto della trama intricata, nemmeno la soluzione del grande mistero aiuta a tollerarlo. Il libro però “prende” e potrei dire che mi è piaciuto anche se faccio fatica ad ammetterlo. Quindi il giudizio che do a questo romanzo, dopo averci pensato qualche minuto, è riservato.
Stuart Turton – Il diavolo e l’acqua scura
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