Sapevo che Nick Cave fosse un genio pazzo ma non conoscevo la sua prosa e questo suo primo romanzo, partorito in un periodo buio per lui (come se ne avesse avuti di solari), sputa sia la genialità sia la pazzia. E’ un delirio in cui il protagonista è immerso dall’inizio alla fine in un crescendo di ossessioni che diventano soffocanti nelle ultime – troppe – pagine, piene di sogni e visioni che la metà bastano. E’ anche un esercizio di stile esemplare, non proprio scorrevole però impeccabile e per questo a tratti palloso, come del resto molte canzoni di Cave, belle quando non stai bene. Ciò nonostante si fa leggere, perché è crudo, violento e malato e si nutre della curiosità del lettore e si fa pure apprezzare perché è Nick Cave, prendere o lasciare.
Nick Cave – E l’asina vide l’angelo
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