Appena due giorni prima avevo finito di leggere “Il manoscritto” di Thilliez e, nel cercare sul web qualche spiegazione per il finale scioccante e contorto, mi sono imbattuto in un commento in cui si faceva un confronto con questo “Ninfee nere”, forse perché entrambi di autori francesi maestri della suspense. Non ho resistito alla curiosità e, scavalcando ancora una volta la pila di libri impolverata sul comodino, ho iniziato a leggerlo. Non ho praticamente smesso fino alla fine, la lettura meritava e sapevo, dalla stessa recensione che me lo ha fatto conoscere, che ci sarebbe stato un colpo di scena. A differenza di quanto pensassi, non è un thriller ma un giallo e solo perché c’è un colpevole da smascherare. L’ambientazione, gli aneddoti sulla vita e le opere di Monet e la profondità dei personaggi danno invece un taglio diverso al romanzo che si trasforma anche in una fantastica storia d’amore. La protagonista poi, una e trina, è una sorpresa bellissima. Tanto quanto il colpo di scena. Perché è il colpo di scena.
Michel Bussi – Ninfee nere
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