Quando visito un posto nuovo, mi piace imbucarmi in una libreria per cercare qualcosa di caratteristico, tipo un libro di fotografie o di racconti che parlino di quel luogo o l’opera di un personaggio famoso nato lì. Nelle grandi librerie c’è sempre uno spazio dedicato alle pubblicazioni locali, nelle piccole quasi mai ed è un peccato perché per i viaggiatori come me è una tappa obbligata. A Gubbio, ho trovato questo romanzo scritto da tre eugubini e, pur non aspettandomi un capolavoro, l’ho comprato senza esitare sia per il genere, una sorta di thriller storico-gotico-fantastico, sia per “premiare” il lavoro dei tre autori i quali, immagino più per gioco che per gloria, hanno voluto omaggiare la propria città.
Il romanzo non è un granché, lo ammetto. La trama è scontata che più scontata non si può e del thriller ha poco, a parte gli omicidi. La suspense si limita a poche righe sparse mentre il freddo, uguale a quello che ho avvertito io girando per Gubbio a dicembre, viene praticamente menzionato in ogni pagina. Gli autori hanno scritto a ruota un capitoletto a testa ma è evidente che la storia sia stata un pretesto per raccontare Gubbio e non il contrario. Questo probabilmente è un merito: tra un fatto e l’altro, sono frequenti i rimandi ai luoghi, alle tradizioni e alle ricorrenze che deviano la lettura altrove, meglio di una banale guida.
Filippo Vadi, Giuliano Picchi, Carlo Rogari – Il destino delle ombre
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