Un libro davvero bello, da leggere tutto d’un fiato. Con la fortuna che noi, il fiato, possiamo riprenderlo a differenza delle centinaia di protagonisti di questa pagina di storia, morti annegati nel Mediterraneo e fino a poco tempo fa seppelliti, quando possibile, senza identità. Grazie agli sforzi, alla passione e al sentimento dell’autrice, medico legale, viene fuori il volto dell’Italia di cui essere orgogliosi, quello che mette insieme competenze ed efficienza per restituire un nome ai cadaveri ripescati dal mare. Soprattutto per porre fine all’agonia dei parenti che così potranno finalmente piangerli.
Un lavoro immane, l’identificazione post mortem, raccontato minuziosamente, a volte in maniera cruda ma mai leziosa e che in più parti mi ha toccato nel profondo. Il racconto del corpo del quattordicenne ritrovato con la pagella scolastica nascosta tra i vestiti è da lacrimuccia: chissà quali aspettative di vita aveva questo ragazzino per essersi portato dietro un documento ritenuto fondamentale per il proprio futuro. Futuro che è morto con lui nel Mediterraneo.
Cristina Cattaneo – Naufraghi senza volto
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