Ciao Leicester

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Giorno 4

Il raffreddore non mi ha fatto dormire bene, ho il naso chiuso, credo di avere l’influenza. Comunque ho riposato. Ci svegliamo presto per la colazione. Troviamo la sala da pranzo piena, ci sono diversi italiani con i quali scambiamo aneddoti sulla nottata appena trascorsa. Ci sistemiamo con calma, abbiamo il tempo per fare due passi in centro, il volo di ritorno è nel pomeriggio.

Troviamo la città nuovamente cambiata, totalmente diversa dall’inferno di solo poche ore prima. Le nuvole sono scomparse e il sole splende libero. E’ pulitissima, all’alba probabilmente è stata tirata a lucido. I pub sono chiusi ad eccezione di quelli, di tenore diverso, in cui si può fare colazione. Soprattutto non si vede nemmeno un tifoso per strada mentre invece sono numerose le famiglie con i bambini che passeggiano serenamente. Il silenzio fa impressione. Sembra che due popoli, quello del giorno e quello della notte, si siano spartiti il tempo. Io e il mio amico ci troviamo a disagio con la polo del Leicester addosso, la gente ci guarda come fossimo due alieni e quasi quasi crediamo di essere in un altro posto.

Troviamo pochi negozi aperti. In uno di questi, ricco di oggetti molto originali, mi colpisce una scatola decorata. A lei piacciono le scatole, decido di prenderla. Ma non è solo una scatola, cioè è la scatola di una tazza da tè. A lei piace il tè. Direi che è un regalo perfetto.

Tornando verso la macchina, vediamo che la polizia ha delimitato una piccola area dinanzi un pub con un vetro rotto. Forse una rissa, non lo sapremo mai. E’ l’unico segno evidente di quanto è rimasto del giorno prima. Noi, tra poche ore, torneremo a casa.

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