Mi piace ricordarti così, quando eri bella e gli anni che senza fatica accumulavi uno dopo l’altro riuscivano solo a dare valore al tuo fascino. Non eri perfetta e qualche ruggine, col passare del tempo, te la portavi dietro ma eri mia e mi piacevi più di ogni altra.
Un incidente ci ha fatto male. Tu non hai sofferto o forse lo hai fatto in silenzio, ne sei comunque uscita a pezzi. Io me la sono cavata piuttosto bene, sono guarito presto, eppure qualche ferita dentro è rimasta. Soprattutto perché non ho potuto curare le tue, quelle che alla fine ci hanno allontanato per sempre. Le storie finiscono e, dopo quindici anni, anche la nostra è arrivata al capolinea. Unica consolazione è sapere che oggi sei in buone mani e che in un futuro non lontano tornerai ad essere più bella prima. Ti sposterai di meno e la strada sarà di nuovo tua.
Per farla breve, ti ho venduto al miglior offerente. Non potevo rimetterti a posto, io che sono bravo solo ad usarle quelle come te, non a capirle. Tu invece mi capisci e sappiamo tutti e due che la tua nuova casa è migliore del marciapiede su cui ti lasciavo io ogni giorno. Insomma, è stato meglio così. Tu sei contenta, io resto contento. Con i soldi che ho preso potrò fare un viaggio, uno o due regali e saldare il conto. Quello che ho con te non potrò saldarlo mai invece, le emozioni che mi hai regalato resteranno uniche. Addio.
Siamo persone, siamo storie fatte da migliaia di altre storie. Tutte, prima o poi, terminano. Raccontarle è l’unico mezzo per renderle immortali.
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