Portogallo. Una settimana da scoprire lontano, per non pensare a niente o, più probabilmente, per pensare a tutto e ripensare e ripensare ancora passeggiando per le strade di Lisbona e le scogliere sull’Atlantico. Una settimana per continuare a scrivere, non qui ma sulla carta e non a chiunque passi ma dei nostri passi, quelli che stiamo facendo insieme, a tratti con timore, a tratti con un saltello. C’è una meta da raggiungere e non parlo di un luogo, parlo di te che rappresenti tutto ciò che voglio conquistare ogni giorno, come fosse il primo, come fosse l’ultimo. Per ricominciare, di nuovo.
Il primo giorno. Quando eravamo impacciati e decisi, il giorno delle prime parole che abbiamo scambiato senza ancora esserci incontrati. Ho riletto le emozioni e le sensazioni di allora e le ho ricopiate sui post-it gialli che ho attaccato a casaccio alle nostre foto. Anche leggendoli in disordine, è facile ricostruire cosa ci siamo detti e cosa non ci siamo detti pur pensandolo. Il resto lo abbiamo detto e lo abbiamo fatto dopo, andando ben oltre quanto potessimo immaginare.
L’ultimo giorno. Oggi. Siamo qui e ci resteremo, correndo. Forse non sempre con lo stesso ritmo, di certo però con lo stesso obiettivo. Abbiamo ancora anni di parole da intrecciare con le dita e anni di foto da scattare con gli occhi. Di storia da vivere invece ne abbiamo una. E infinite: ricomincia non perché fosse arrivata ma perché rinasce ogni volta, più forte, più grande. Questo fa di una storia una storia speciale e noi, che insieme siamo bellissimi, insieme siamo una cosa sola. Unica. Quella.
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