Nella mia breve esistenza non ho mai creduto in niente. Intendo in niente che non sia dimostrabile e plausibile, spiegabile. Senza ignoranza.
In un dio, ad esempio. Già mi facevo e facevo al parroco domande strane ai tempi del maledetto catechismo e nessuno è mai riuscito a rispondere come si dovrebbe fare con un bambino di nove anni. Non a caso non ho mai imparato Il credo, quella preghiera che sentivo sempre in chiesa.
Non ho mai creduto al soprannaturale anche se L’esorcista di paura me ne ha fatta. Che poi, a dirla tutta, quando penso al film penso alla locandina, al prete esorcista, all’esorcista appunto. Ma lui era il buono, i cattivi nemmeno si vedono. Eppure è il prete che evoca l’immagine della paura, non la ragazza posseduta, non il possessore. E insomma, non ho mai creduto nemmeno a lui né a Berlusconi.
Non credo alla magia ma mi piacciono i maghi come Merlino e Forest che fanno ridere proprio perché non sono credibili.
Non credo all’oroscopo che, diciamolo, è una gran cazzata. Però qualche volta ci azzecca, pare. Ma anche io a forza di dire cazzate, qualche volta indovino.
Non credo alla cartomanzia, alla chiromanzia e nemmeno a mia zia che ormai ha una certa età e ogni tanto le spara grosse.
Non credo agli alieni e ai loro avvistamenti anche se non escludo che da qualche parte dietro un angolo dell’universo qualche altra forma di quella che definiamo vita possa esistere.
Non credo a certe teorie del complotto o ad altre sull’origine o la fine di certi fenomeni nel mondo o alla fine del mondo stesso. Del resto si tratta appunto di teorie. Mi affascina però l’ipotesi Gaia e spero che un giorno venga dimostrata anche se forse la stiamo dimostrando semplicemente vivendo.
Non credo insomma. Però, ecco, adesso ci sei tu e io in noi voglio crederci. Almeno fino a mezzanotte.
Se vuoi…