Invitato dall’amico Tan Dream, di cui riuscirò prima o poi a vendicarmi, e da qualcun altro che ora non ricordo, non posso non partecipare a questo simpatico gioco. Più che un gioco è una catena di Sant’Antonio, ormai passata di moda. Che c’entrerà poi Sant’Antonio con le catene non lo so. E col fuoco nemmeno.
Regolamento: il primo giocoliere di questo gioco inizia il suo messaggio con il titolo "Cinque mie strane abitudini", e le persone che vengono invitate a scrivere un messaggio sul loro blog a proposito delle loro strane abitudini devono anche indicare chiaramente questo regolamento. Alla fine dovrete scegliere cinque nuove persone da indicare. Non dimenticare di lasciare un commento nel loro blog o journal che dice "sei stato scelto", e ditegli di leggere il vostro.
1) Quando divoro un libro, ne vado a comprare subito un altro per leggerlo.
2) Non mi addormento mai se prima non chiudo gli occhi.
3) Mi piace far credere a chi mi legge che io esista.
4) Ogni volta che partecipo ad una catena, scrivo cazzate.
Sono strane abitudini queste. Sono strani giorni. L’entusiasmo che dedico alle cose è paragonabile alla iella che il Papa geneticamente pontificato Vattelapesca XVI ha portato al suo predecessore per prenderne il posto. Ma è pur sempre inferiore allaura di ammirazione che riscuotono le immaginette del nanetto berlusclown mentre cambia canale. Cazzo, io quando cambio canale lo faccio col telecomando. Il nanetto invece lo fa teletrasportandosi. E’ pure più veloce di me che devo solo premere un tasto: è sempre lì e non me lo spiego. E’ onnipresente. Che sia, come dicono in tanti, sé compreso, realmente Dio? Se fosse così, non esisterebbe. Come Mike Bongiorno che è morto nell’immediato dopoguerra dopo aver registrato le puntate della Ruota e di Genius che ci intratterranno per i prossimi sedici lustri.
Invece esiste. Avendo dei sentimenti, dei pensieri e un blog, esisto anche io. Voglio farlo credere a chi mi legge e a chi legge ma non alla legge che non esiste davvero. Per Lei io non ci sono, sono un fuorilegge perché le sue regole non mi contemplano più, mi hanno abbandonato a tutto il resto. Ecco il motivo portante della mia attualità, l’essere contemplato, magari quando dormo con gli occhi chiusi dopo aver sognato con gli occhi aperti gustando un libro nella confusione dei sensi. Il gusto non appartiene agli occhi. Non lo capiscono quelli del telegiornale che lo propongono ogni giorno a pranzo? Un tg non si gusta e un libro non si divora. Un vecchietto del mio paese diceva che l’italiano non è l’italiano: è il ragionare e ha ragione. Lui i libri li legge. Li scrive e lì scrive, cioè al mio paese, dove la legge non esiste e io sì, dove è già mercoledì e io no, dove uno fa di noi ciò che vuole e Lei di me pure, come il pomodoro quando salsa dal letto e la patata purè. Il cerchio non quadra, la catena non ruota, il ciclo non si chiude e la saga continua. E’ l’abitudine. E’ la strana abitudine di credere che leggere un libro prima di chiudere gli occhi e addormentarmi possa spezzare la catena che mi lega a chi mi piace, divorandomi l’esistenza. E’ una cazzata.
Passo il testimone a:
Doris Clausen
Huemul
Cancelletto trentuno cancelletto
Salam
Zombie
Ah… dimenticavo la quinta strana abitudine:
5) Ogni volta che partecipo ad una catena, la spezzo.
Se vuoi…