Zoe è una bambina immortale che, già spietata di suo per quante ne ha viste nella sua lunga vita, diventa ancora più feroce quando un serial killer uccide una sua amica. In cerca di vendetta, si mette sulle tracce dell’assassino, un personaggio insospettabile che miete vittime senza alcun collegamento apparente tra loro. Potrebbe essere, almeno nella mia immaginazione, la trama di un bel thriller in chiave fantasy di Hollywood, una specie di highlander tarantiniano ambientato ai giorni d’oggi, con protagonista la cazzuta ragazzina di Stranger Things di un tempo, ormai purtroppo ventunenne coatta e volgare. Invece, al momento, si tratta “soltanto” di un graphic novel, il che non sminuisce affatto l’opera, anzi. La firma è quella di Terry Moore, fumettista di fama, molto apprezzato nel suo ambiente. Col procedere della storia, emergono sorprendenti somiglianze tra la diabolica bambina e lo psicopatico, aspetto che fa riflettere su cosa differenzi il bene dal male quando su entrambi i fronti si è disposti a tutto per il proprio scopo. Il confine tra giustizia e vendetta è labile e buoni e cattivi possono somigliarsi più di quanto si creda. Non lo ritengo un capolavoro, è questione di gusti ma piacciano o no, i fumetti nelle loro varie forme hanno raggiunto ormai da tempo la stessa qualità dei romanzi anche a livello di trama. Molto spesso sono decisamente superiori a certa carta straccia. Perché a scrivere romanzi sono buoni tutti, compresi quelli che non leggono mai un libro, ma a creare graphic novel no.

Terry Moore – Serial

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