
L’immensa Emma Dante, palermitana DOC, drammaturga, regista, scrittrice di teatro, lirica, letteratura, favole e non so cos’altro, è qui al suo primo romanzo, pubblicato nel 2008 e riscoperto grazie all’omonimo film del 2013, pluripremiato a Venezia, che dirige e interpreta. È la storia di uno scontro, sociale e culturale, che avviene tra due auto, o meglio tra le loro conducenti, in via Castellana Bandiera, una strada poco nota di Palermo, stretta e lunga circa un chilometro che, guarda caso, conosco bene: i miei genitori abitano nel condominio adiacente al tratto finale, qualche amico d’infanzia vive ancora lì, la mia scuola elementare si trova a pochi passi e l’oratorio che mi ha tolto dalla strada dista duecento metri. La via, a doppio senso di circolazione, nel tratto iniziale presenta una strettoia in cui può passare un solo veicolo. Proprio qui si consuma il dramma, fulcro del racconto. Alla guida, da un lato, una donna palermitana fuggita dai genitori e dalla città per il suo orientamento sessuale; dall’altro una matrona originaria dell’est, imparentata con una famiglia del posto, residente nella palazzina affianco. Accanto alla prima, è seduta la compagna, sono tornate in Sicilia per un matrimonio ma si sono perse. La matrona invece, di ritorno dal mare, trasporta donne e bambini in quantità. Una di fronte all’altra, tra sguardi, imprecazioni e orgoglio represso, nessuna della due accetta di fare retromarcia per agevolare la rivale, una decisione che per entrambe rappresenta una rivalsa, un’affermazione del proprio essere agli occhi di chi (e cosa, ovvero la società) non le ha mai considerate come avrebbero voluto. La situazione resta ferma per ore, fino alla notte e al giorno dopo, creando scompiglio in tutta la zona e coinvolgendo una serie di personaggi bizzarri ma alquanto verosimili. Nel frattempo, vicende complementari si aggiungono al degrado, amplificando il disagio in cui ci si trova. Si aggiungono soprattutto gli uomini, uno dei quali è il capofamiglia che, con la prepotenza, cerca di affermare la propria autorità, acquisita per natura. Tuttavia, non c’è violenza e nemmeno cattiveria. Si tratta “soltanto” di uno spaccato ironico e agrodolce del folklore locale, inscenato in una situazione surreale. Una caricatura dei “palermosauri”, quella categoria di individui che, visti da fuori, dovrebbero far sorridere e che invece fanno piangere amaramente. Non solo in via Castellana Bandiera.
Emma Dante – Via Castellana Bandiera




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